Intervista del Segretario Generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, al quotidiano “Milano Finanza” oggi in edicola

Intervista del Segretario Generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, al quotidiano “Milano Finanza” oggi in edicola

CISL A CROCETTA: “APRIRE UNA STAGIONE DI RIFORME”
A chiederlo Milazzo dalle colonne di MF Sicilia. Per il numero uno del sindacato non serve un uomo solo al comando. “Subito al lavoro per Gela e Termini Imerese senza dimenticare la formazione”

In vista delle riforme che il governo regionale è chiamato a mettere in atto per salvare la Sicilia, prima di tutto dal disastro contabile, serve aprire «una nuova stagione di riforme». Lo chiede il segretario regionale della Cisl, Mimmo Milazzo, all’inizio dei quattro mesi che saranno cruciali per la Regione siciliana. «La Cisl da più anni sollecita l’amministrazione regionale a pianificare una serie di riforme strutturali per rendere più moderna ed efficiente la macchina amministrativa», ha spiegato ad MF Sicilia. Il 2 febbraio è previsto un attivo unitario dei sindacati per stabilire le priorità delle parti sociali in questo frangente.

Domanda. Cosa chiedete al governatore Rosario Crocetta e all’assessore all’economia, alla vigilia di questi mesi in cui si dovranno mettere sulla carta le riforme richieste dal governo nazionale?
Risposta.
Noi siamo disponibili al confronto. L’assessore e il presidente aprano una stagione di confronto seria. Non si possono fare le riforme in maniera unilaterale e noi crediamo che un solo uomo al comando non può risolvere i problemi. Anche la nostra ambizione è quella di ridurre la spesa improduttiva, che non vuole dire solo taglio ai dipendenti pubblici, ma aggredire le spese intermedie della amministrazione. Finora abbiamo sentito parlare solo di personale e pensioni. Ma non di come razionalizzare gli affitti, le consulenze e i consumi intermedi per la pubblica amministrazione che incidono sul bilancio. Viviamo di pubblica amministrazione allargata, e non possiamo più farlo.
D. Da cosa iniziare?
R.
Il governo nazionale impone, ad esempio, una rimodulazione dei metri quadri a disposizione per gli uffici dell’amministrazione. Perché la Regione non interviene in questo settore. Oppure sulla riduzione dei consigli di amministrazione.
D. Cosa rimproverate a Crocetta?
R.
Spesso parla ma non agisce. Le Regioni a statuto speciale hanno concluso l’iter della applicazione degli statuti, la Sicilia ancora non lo ha fatto. Questo è un passo importante per definire le reali esigenze statutarie della Regione siciliana.
D. Ma portare i conti in ordine è solo un primo passo.
R.
Bisogna portare il sistema Sicilia a un modello di sviluppo. Che però ancora non vediamo. Quale programma di futuro il governo sta costruendo? Al di là delle azioni di contenimento della spesa chiediamo come verranno spese le risorse liberate dalla modulazione dei fondi europei? E di conoscere dettagli sulla nuova programmazione di cui, ad oggi, non abbiamo traccia.
D. Quali sono le vertenze più urgenti in Sicilia?
R.
L’accordo di programma di Termini che vorremmo vedere in maniera concreta e attuato al più presto. Così come quello su Gela. Ci sono ritardi notevoli della regione che non possono più essere giustificati.
D. E poi c’è anche la formazione.
R.
Noi siamo per rivisitare tutto il sistema. Deve essere la regione a programmare la tipologia dei corsi legata alle esigenze del territorio e dell’industria. Ci vuole una sinergia per veicolare i momenti formativi per le esigenze delle imprese che lavorano in Sicilia. Ma, soprattutto, non si possono lasciare migliaia di famiglie senza reddito. Non possiamo perdere ulteriormente tempo. Il nuovo programma approvato a dicembre adesso deve passare alla fase esecutiva e deve essere agganciato subito a un sistema che lo leghi al sistema produttivo.
D. Il dibattito sull’autonomia e la specialità siciliana è tornato di moda. Lo Statuto è ancora un valore per l’Isola?
R.
Un valore da attualizzare. Le norme inserite in un contesto di cambiamento del mondo e anche in Italia. Serve aprire un confronto con il governo nazionale, darsi dei tempi. Avere il coraggio di affrontare le questioni e cercare di portare a casa i risultati che sono compatibili con le esigenze.
di Antonio Giordano
MF Sicilia 20 GEN 2015